cap. 1 – Prima dell’Esilio/2

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1.4. L’Origine del Male

Non manca comunque il tentativo, forse nell’insieme di un disegno etiologico, di indagare sull’origine del male. Infatti si arriva a scrivere che a spingere Eva a peccare non sia stato, almeno all’inizio, il diavolo in persona, bensì un serpente, simbolo del male, che si insinua, strisciante, nell’intimo dell’uomo. Il Serpente è il simbolo della malizia e dell’astuzia. Solo più tardi si vedrà celata sotto la cangiante pelle di quel rettile la corrosiva azione del “padre della menzogna”. L’identificazione tra il serpente e il diavolo è tardiva, dal momento che il testo parla solo di Serpente. Con il passare del tempo si arriva a costruirne l’identificazione grazie anche agli apocrifi veterotestamentari(15) e al Nuovo Testamento, in modo particolare l’Apocalisse(16). Il libro della Genesi non parla del diavolo, ma solo del serpente che tenta Eva e cerca di spingerla a mangiare del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male (Gen 3). Il serpente, quindi, non come “divisa” per il diavolo, quanto come “corpo” per la tentazione. Penso che la scelta del più astuto (basta notare come la prende alla larga!) degli animali sia dovuto ad una serie motivi (alcuni li azzardo, altri sono anche di Sant’Agostino(17)):

  • a. perché si tratta di un essere strisciante, senza zampe, quindi a stretto contatto con la terra, simbolo della materialità più cupa;
  • b. perché, dal momento che nelle religioni circostanti è spesso considerato una divinità, è un modo per attaccare l’idolatria;
  • c. perché il suo procedere tortuoso e zigzagante, un po’ di qua e un po’ di là, facilmente può rappresentare il tentennare prima del decidersi;
  • d. perché si avvinghia alla preda per costringerla alla capitolazione, proprio come è il tormento del dubbio nell’animo dell’uomo alla ricerca della verità;
  • e. perché le conseguenze del suo morso possono essere fatali o letali, proprio come le conseguenze della decisione presa.

1.5. La Schiera Celeste

Alla stregua delle culture circostanti, dalla già citata babilonese, a quella ellenica, anche la religione ebraica tenta di colmare il vuoto intermedio che si era venuto a creare tra Dio e gli Uomini. Ecco allora anche nel mondo biblico la presenza di quella moltitudine di esseri celesti, subordinati a Dio che a secondo dei luoghi e delle religioni, prendono il nome di semidei, giganti, o “figli di Dio” (Bené ‘Elohîm). Essi hanno la possibilità di fare continuamente la spola tra il cielo e la terra, unendosi anche “alle figlie degli uomini”(18). Non penso sia azzardato vedere in questi esseri la figura di coloro che comunemente chiamiamo angeli e diavoli. Non a caso nella mitologia greca erano proprio alcuni di questi esseri intermedi, “daimones”, i portatori di malattie e di morte. Per gli Ebrei, nel periodo storico-biblico preso in esame, non esistono la differenza e la contrapposizione tra angelo del bene, portatore di benefici, e angelo del male, portatore di sciagure. È convinzione comune che ad agire sia un’unica Armata del Signore(19), che può portare all’uomo indistintamente il bene o il male. Infatti sono due angeli che distruggono Sodoma e i suoi abitanti(20), come in Esodo 12,23 è sempre un angelo ad essere il distruttore, lo sterminatore(21).
Segno che sottolinea la totale trascendenza di Dio, che agisce attraverso i suoi messaggeri, i quali operano unitamente in vece Sua, manifestando il Suo volere a quell’uomo che più tardi vedrà questa schiera reciprocamente contrapposta (Zc 3,2)(22), anche se unita nell’intento di far proprio il destino dell’uomo.

1.6. “Il Dio del Male”

Qualora non fosse mancata questa originaria omissione demonologica, con molta probabilità si sarebbe arrivati a vedere contrapposti “due dei”, i quali avrebbero lottato nelle coscienze dell’uomo per la supremazia sul creato. Parlare di un essere capace di spingere a compiere il male e arrecare disgrazie poteva spingere l’uomo ad “industriarsi” per tentare di fermarlo o accattivarlo. Una superstiziosa religiosità popolare nell’ebreo lo avrebbe portato a temere, venerare e adorare questo “Dio del Male”(23).

C’è da tener presente, d’altra parte, che il popolo ebraico aveva timore di Dio anche perché faceva passare lo “sterminatore” o mandava “serpenti velenosi” in mezzo al popolo(24). È più facile aver timore di un Dio potente con il braccio teso, anche se Dio del male, di un Dio buono e misericordioso, lento all’ira e ricco di grazia.(25)

La Bibbia, sforzandosi di attribuire all’opera di Dio il bene come il male, presenta questo “Unico Dio” che, dall’alto dei cieli, dispensa giustizia e misericordia, ed è fedele alle sue promesse.

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Note

(12) Paolo VI, Allocuzione Liberaci dal male, (del 15-11-1972).
(13) Apocalisse 12,4.
(14) “ Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo. La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande. Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita. Allora la terra intera presa d’ammirazione, andò dietro alla bestia e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?». Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d’orgoglio e bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi. Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo. Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione. L’adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello immolato.” (Ap 13, 1-8)
(15) Ecco quanto scrive l’Apocalisse di Mosè (16): “«Suvvia, facciamo in modo che sia cacciato dal paradiso per causa di sua moglie, così come noi ne fummo cacciati per causa sua». Gli replica il serpente: «Temo che il Signore si adiri con me». (Lo) rassicura il diavolo: «Non temere. Fammi solo da supporto; sarò io a proferire per bocca tua parole con cui potrai ingannarla».”
(16) Ecco alcuni esempi: “Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo.” “Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.”; o anche : “Afferrò il dragone, il serpente antico – cioè il diavolo, satana – e lo incatenò per mille anni; lo gettò nell’Abisso, ve lo rinchiuse e ne sigillò la porta sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un pò di tempo.” (Ap. 12,7-9; 20,2-3):
(17) Agostino D’Ippona, La città di Dio, 14, 11-12.
(18) Gen 6,4.
(19) “Mentre Giosuè era presso Gerico, alzò gli occhi ed ecco, vide un uomo in piedi davanti a sé che aveva in mano una spada sguainata. Giosuè si diresse verso di lui e gli chiese: «Tu sei per noi o per i nostri avversari?». Rispose: «No, io sono il capo dell’esercito del Signore. Giungo proprio ora». Allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò e gli disse: «Che dice il mio signore al suo servo?». Rispose il capo dell’esercito del Signore a Giosuè: «Togliti i sandali dai tuoi piedi, perché il luogo sul quale tu stai è santo». Giosuè così fece.” (Gs 5,13-15).
(20) “I due angeli arrivarono a Sòdoma sul far della sera, mentre Lot stava seduto alla porta di Sòdoma. Non appena li ebbe visti, Lot si alzò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra. […] «… Noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandati a distruggerli»” (Gen 19,1.13)
(21) “Il Signore passerà per colpire l’Egitto, vedrà il sangue sull’architrave e sugli stipiti: allora il Signore passerà oltre la porta e non permetterà allo sterminatore di entrare nella vostra casa per colpire.”
(22) “Poi mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, ritto davanti all’angelo del Signore, e satana era alla sua destra per accusarlo. L’angelo del Signore disse a satana: «Ti rimprovera il Signore, o satana! Ti rimprovera il Signore che si è eletto Gerusalemme! Non è forse costui un tizzone sottratto al fuoco?».”
(23) Su questa idea si sono basati e si basano i vari riti satanici caratterizzati proprio dalla venerazione del “dio del male” portatore di potere, fama e ricchezza. Tale culto in moltissimi casi avviene per via indiretta, nel senso che si fa ciò che farebbe piacere al diavolo, cioè venerarlo come un dio più potente del Creatore. Da qui la pantomima liturgica con tanto di paramenti sacri. Preghiere in un latino recitato a ritroso, simboli e segni cristiani “capovolti”. Da qui le azioni sacrileghe, ciò che è “male agli occhi di Dio” per dare prova di amore per il Diavolo (croci al contrario, profanazione di luoghi sacri, furto di particole consacrate per farne l’uso più ingiurioso, il sacrificio di bambini, l’uso del corpo di una donna quale altare per i propri riti, ricorso a droghe, alcool, o a pratiche orgiastiche, anche per costringere alla sottomissione i poveretti che ci credono. I riferimenti riportati in nota, anche se purtroppo c’è ben poco di inventato, sono tratti dal romanzo di W. Hjortsberg, Angel Heart, da cui è stato tratto un film con Robert De Niro nella parte di Louis Çipher (leggi anche Lucifero) che torna a riscuotere quanto dovuto da un contratto, analogamente al Faust. Comunque, per amor del vero, c’è da dire che in quasi tutti i casi la setta satanica rappresenta una puerile giustificazione di precise perversioni sessuali, difficilmente confessabili; in questi casi il diavolo c’ entra ben poco.
(24) “Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti velenosi i quali mordevano la gente e un gran numero d`Israeliti morì. Allora il popolo venne a Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; prega il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita.” (Numeri 21,6-9)